“RIPRENDIAMOCI LE CHIAVI DI CASA ” Intervista di Fabio Dragoni a Marco Rizzo – di Manuela Barbarossa

Fabio Dragoni intervista Marco Rizzo

Riprendiamoci le chiavi di casa”

Manifesto per un sovranismo popolare oltre la destra e la sinistra

Ed. Historica 2024 – Roma

 

Nel leggere il libro “Riprendiamoci le chiavi di casa” ( Fabio Dragoni intervista Marco Rizzo) mi è venuto in mente il racconto di un mio paziente proprio sulle chiavi di casa, che continuamente e puntualmente dimenticava.

Un classico simbolico. Una sorta di Karma.

Una volta le lasciava in ufficio, un’altra volta a casa, in auto….persino al bar, insomma una débacle della dimenticanza che avrebbe fatto esultare Freud.

Nel suo racconto  ” della dimenticanza” mi sottolineava che giunto quasi davanti alla porta di casa , accorgendosi di non avere le chiavi, doveva tornare a riprendersele facendo un percorso a ritroso.

Interessante.  Tornare indietro per andare avanti.

L’inconscio lavora e produce i suoi effetti attraverso lapsus, dimenticanze, errori. Ma ci aiuta anche a risolvere questioni  attraverso geniali e magiche intuizioni.

Ma ciò che diventa importante  nel libro è un concetto piu’ sottile.

Riprendersi le chiavi di casa , come recita il titolo di questa  intervista  di Fabio Dragoni  a Marco Rizzo , non significa in questo caso averle semplicemente  perse. O meglio . Sono state perse, ma nella specifico pare che le abbiano proprio “rubate” .

Nel furto ( una perdita prodotta da una condizione particolare poichè comunque non le possediamo piu’ ) l’aspetto simbolico e interpretativo eccede , è prorompente , e come tale tocca punti dell’essere, complessi, opachi.

Secondo Marco Rizzo l’avere rubato le chiavi di casa, per stare sempre all’interno di una metafora , rappresenta l’avere  tolto la sovranità ai popoli, la sovranità alle nazioni.

Persino avere tolto la storia ..alla storia , le idee… alle idee.  Ed io aggiungerei l’avere spodestato l’individuo da se stesso.

La casa rappresenta sul piano sia simbolico che onirico la nostra interiorità , il nostro spazio profondo , la parte piu’ intima di noi stessi. Il nostro essere ciò che siamo. Luogo sacro della nostra energia.

Rubare le chiavi di casa sigifica depredare qualche cosa di fondamentale , in rappresentanza di ciò che ti appartiene , lasciarti senza protezione , metterti in una condizione di fragilità e paura . Senza forza.

Un atto di violenza estrema e perversa per ciò che va a ledere.

L’ interiorità. L’ anima. La vita. 

Per altro, chi oggi possiede le chiavi di casa tua, rubate , mettendoti in una condizione di minus, ti obbliga alla dipendenza, alla suddittanza e ti immerge in un universo di paura e di confusione . Ti toglie potenza. Ti toglie collocazione. 

Ti ruba le chiavi di casa per obbligarti a “sistemarti” in alloggi  improvvisati, anonimi.  Condizione che lentamente  ti conduce  a vivere una vita altra.  Ti lasciano spoglio e ti gettano nel mondo senza piu’ riferimenti poiché la tracotanza , l’Hybris greca, da parte dei ladri delle chiavi di casa è scatenata. 

Accade una cosa maligna , di cattiva natura, conseguente al furto stesso.

Tolte le chiavi di casa tua , tolto il simbolo del tuo possesso, del tuo potere di decidere come vivere dentro casa tua, ti conducono a non sentire piu’ la necessità di rientarci nella tua casa. Te la fanno scomparire , ti offuscano la memoria . Ti manipolano il desiderio. 

Ti fanno percepire la comodità di essere gestito da altri che ti dicono cosa fare, dove andare a dormire, cosa mangiare.. ti organizzano la vita illudendoti che sia  tu a volerlo.  E ti fanno intendere che pedagogicamente loro sanno cosa è bene per te. 

I ladri di chiavi  hanno preparato alloggi conformi alla massa, una sorta di iper- mundi spersonalizzato e spersonalizzante.

Non possedere piu le chiavi di casa, seguendo il filo del discorso simbolico stimolato dall’intervista a Marco Rizzo, significa venire depredato da te stesso per farti giungere ad affidarti all’altro . 

Ricacciato in una condizione primitiva di dipendenza e sudditanza , rubate le chiavi di casa, scippato dell’identità, l’individuo viene immerso in un universo globalizzato che innesta una sorta di Matrix .

La realtà è quella che vogliono farti vedere attraverso occhiali sociali deformanti , attraverso la propaganda , l’eccesso di parole , l’eccesso di risposte in totale assenza di domande, il ridondante, l’illogico, normalizzando il non normale.

Deificando il maligno e dissacrando il sacro. 

Nel mio scritto “L’incantesimo della massificazione” ho osservato che “quest’epoca dell’individuo, della soggettività, non ne vuole sapere proprio nulla, ne vorrebbe decretare il declino dileguando sia l’individuo che la soggettività nel nulla del niente della collettività, della comunità, nel numero, nell’anonimato del così fan tutti.” Un pseudosoggetto anonimo. Senza casa.

Il concetto di sovranismo  appare in questo contesto piu’ che mai  simbolico e rappresenta  la riconquista di quel potere su sè stessi e di sè stessi.

Riprendersi le chiavi di casa potrebbe significare ritornare nella propria interiorità. 

Nell’alloggio che ci compete : dentro noi stessi .  

Da qui si puo’ e si deve ripartire senza piu’ incantesimi da parte di pifferai falliti, che cercano di “sedurti” con un piffero trasandato e con una serie di altrettanti pifferai assoldati , mal pagati e  stonatissimi . Chi ti vorrebbe far andare a destra, chi ti vorrebbe far andare a sinistra ….Ma questi sono oramai  solo  luoghi senza senso. Privi di anima.  I concetti d destra e di sinistra sono divenuti  poveri di spirito,   collocati nel qui ed ora.   Perimetrati  da uno spazio di pensiero precostituito e blindato ideologicamente .

Insomma, per dirla con “Alice nel paese delle meraviglie”,  oggi i concetti di destra e di sinistra sembrano proprio rappresentare  il  non mondo .  

Come non farsi sedurre?

Lasciando ai pifferai la finitezza dell’essere ubicando loro in alloggi anonimi e in luoghi oscuri  e guardando verso l’alto, dove c’è luce,  dando valore allaldilàdelladiquà. 

Milano , 18 gennaio 2025

Manuela Barbarossa